Amandola
CENNI STORICI
Amandola è uno dei centri più belli dei Sibillini e le sue origini sono molto antiche.
Una delle testimonianze più interessanti che ci parla di questo primitivo insediamento è un vaso di bronzo del V secolo a. C., di fattura greca, proveniente da una necropoli picena.
In età romana la zona venne interessata dalla centuriazione del Tenna a favore dei veterani: il ritrovamento di un cippo gromatico dell'età augustea indica come la divisione agraria comprendesse anche le zone collinari.
In seguito l'insediamento dei monaci benedettini, e la conseguente introduzione di nuovi metodi di coltivazione, diede una notevole spinta all'agricoltura.
Nel 1248 avvenne la costituzione del libero comune grazie all'unione di tre castelli: Agello, Marabbione e Leone il quale divenne il fulcro della città.
Gli statuti sono del 1265 ma i manoscritti ritrovati appartengono al secolo successivo e la loro pubblicazione a stampa è del 1547.
Dal Trecento al Settecento grande impulso all'economia viene dato dalla produzione, commercio e tessitura della lana i cui primi Statuti sono redatti nel 1336.
Amandola diventa così un centro fiorente tanto che, nel Quattrocento, arriva a contare 14.000 abitanti.
Oggi le sue principali risorse sono la lavorazione del legno, il restauro e l'antiquariato del mobile, attività che affianca a quelle caratteristiche del centro montano.
Curiosità: il nome della città è mitologicamente riferito alla bella Fillide che giunse ad "Amandola" cercando disperatamente il suo sposo.
Credendo morto il suo amato si tolse la vita suscitando la benevolenza degli Dei che trasformarono le sue spoglie in un mandorlo.
Da questo albero (amore-mandorlo) prese il nome Amandola.

COSA SI PUÒ VISITARE
Nella Piazza Alta (l'antica Platea Comunis) rimangono resti dell'insediamento civile, come il Palazzo del Podestà del 1352 con la torre in parte ricostruita nel 1547, il teatro Comunale La Fenice e la sede del Palazzo del Popolo, trasformata in convento di benedettine.

Chiesa di S. Agostino: la planimetria dell'edificio si compone di un'unica navata con copertura a volta e, in corrispondenza del presbiterio, da un breve transetto illuminato dalle finestre del tiburio ottagonale affrescato dal tolentinate Francesco Ferranti (1873-1951) agli inizi del '900.
L'esterno si presenta come un blocco compatto di alte mura percorse da costoloni mentre il campanile, completato nel 1464 da Pietro Lombardo (1435-1555), si pone a coronamento della massa architettonica terminando con una cuspide ottagonale.
La parte più antica della chiesa è costituita dall'abside inglobata oggi nel primo piano della torre campanaria.
La chiesa, probabilmente di origine romanica, venne ampliata nel XV secolo, epoca a cui risalgono il portale (1468), opera del veneto Marino Cedrino, dedicato da Johannes de Vannis (che vi fece rappresentare gli strumenti del suo mestiere di calzolaio), il campanile e la Pietà in terracotta di arte tedesca.
Nell'edificio a destra della facciata si conservano resti del chiostro quattrocentesco.

Chiesa di S. Francesco: costruita nel XIII secolo, poi riedificata nel 1313, con un portale gotico del 1423.
Presenta al suo interno un Crocifisso ligneo duecentesco proveniente dalla chiesa di SS. Vincenzo e Anastasio e, alla base del campanile, affreschi di arte umbro-marchigiana della seconda metà del XV secolo, tra cui un'Annunciazione e una Crocifissione. Il chiostro coevo, ma riedificato nel XVII sec., mostra nelle lunette dipinte da Sebastiano Grezzi "Storie della vita di S. Francesco" e stemmi delle principali famiglie amandolesi.
Una cappella dedicata a S. Sebastiano accanto alla chiesa, piccolo ambiente edificato tra il 1486 e il 1492 da maestranze lombarde, ospita un altare ligneo scolpito da Scipione Parisse di Matelica nel 1650: l'altare si sovrappone ad un affresco quattrocentesco realizzato da Stefano Folchetti di S. Ginesio avente come soggetto la "Madonna del Latte".

Abbazia dei SS. Rufino e Vitale: di antica fondazione, forse già esistente ai tempi di S. Benedetto nel VI sec. ma ricostruita in forme romaniche nel XII-XIII secolo.
La chiesa, divisa in tre navate, presenta un presbiterio notevolmente sopraelevato e al di sotto la cripta.
Sulle pareti resti di affreschi tra cui una trecentesca Madonna col bambino e una Madonna fra Santi, arte votiva marchigiana del XV sec., con la rappresentazione di S. Ruffino, santo protettore contro l'ernia, che sembra stringere in mano un coltello.
Le reliquie del Santo sono custodite nella cripta a cinque navatelle; in questo luogo è visibile un buco dove venivano fatti passare i bambini per invocare la sua protezione.
Una scala posta accanto all'ingresso principale conduce all'ipogeo più antico dove è possibile ammirare resti di pitture murarie: una teoria di santi rivolta verso il CristoPantocrator le ciu condizioni sono state purtroppo compromesse dalle fondamenta della chiesa superiore.
Dal di fuori la possente struttura della torre campanaria, della muratura dell'abside e del convento, rendono chiara oltre la funzione religiosa, l'importante ruolo dell'abbazia come fortezza nel sistema difensivo della campagna circostante.

Abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio: monastero benedettino fondato in periodo paleocristiano (VI-VIII secolo?), ricostruito per un ampliamento dopo il 1295. la chiesa in pietra era a unica navata coperta a botte, con presbiterio rialzato.
Dopo un lungo abbandono oggi è un complesso di difficile lettura.
Perduta la navata rimane solo la parte presbiteriale della chiesa, coperta a capriate, cui si accede dalla parete absidale con una scala esterna,. Cripta a navatelle. Campanile del 1461, tronco.

MUSEI
Museo Antropogeografico, tipologia demo-etno-antropologico, sito in Largo Leopardi presso il Chiostro San Francesco
: è il museo del paesaggio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini inteso nel senso più ampio del termine.
In esso, infatti, vengono trattati non solo i temi naturalistici del Parco (flora, fauna, ecologia e paesaggio) ma anche quelli più strettamente legati all'aspetto culturale.
Nel museo si possono conoscere gli aspetti antropologici del Parco: l'insediamento umano, le forme di associazione, il mito della Sibilla, gli antichi mestieri ma anche nuovi scenari del futuro, ossia tutti gli aspetti e i pro getti di sviluppo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Museo della Civiltà Contadina, tipologia demo-etno-antropologico, sito in Largo Leopardi presso il Chiostro San Francesco: in questo ex convento del XIII secolo sono stati raccolti più di 500 pezzi testimonianti gli usi e le tradizioni popolari della zona.
Oltre ad un torchio del '700 e a numerosi attrezzi agricoli, è possibile osservare la costruzione di alcuni ambienti domestici: la cucina, la cantina, la stanza degli attrezzi e la camera della tessitura.

PRODOTTI TIPICI
Produzione di mobili in stile di alta ebanisteria.
Formaggi e latticini.
Salumi e tartufi.

MANIFESTAZIONI E FESTE
"Libro incantato" Festival di Primavera
: fine marzo-inizio aprile.
Festa del Beato Antonio e rievocazione della sfilata delle Canestrelle: penultima domenica di agosto.
Festival Musica Blues: fine luglio.
Fiera di S. Rufino: 18-19 agosto.
Festival Internazionale del Teatro: settembre.
Festa del vino novello: 31 ottobre.
Mostra mercato del tartufo bianco: prima decade di novembre.

INFO E CONTATTI
Comune di Amandola: 0736 840217 - 0736 847439
http://www.amandola.com/ 
 
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